La riforma della PAC per il “post 2020”
In vista dell’insediamento della Commissione europea nella sua nuova composizione, che fra i provvedimenti più urgenti dovrà varare quelli relativi alla nuova riforma della Politica Agricola Comune (PAC) per gli anni 2021/2027, riteniamo utile riassumere gli orientamenti e le proposte formulate dalla Commissione uscente da cui la Commissione entrante non dovrebbe discostarsi.
Infatti, la Commissione europea, tra maggio e giugno dello scorso anno, ha presentato le sue proposte per:
· Il futuro del bilancio UE con l’ipotesi di Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 che definisce le risorse per le politiche europee negli anni successivi al 2020;
· Le modifiche alle misure della Politica Agricola Comune che si applicherebbero secondo le proposte a partire dal 2021 innovando completamente il quadro delle regole di pagamenti diretti, sviluppo rurale e misure di mercato.
In sintesi le proposte della Commissione prevedono un aumento del bilancio comunitario complessivo ma una riduzione delle risorse per la rubrica “risorse naturali” che è composta quasi esclusivamente delle risorse per la PAC.
I minori stanziamenti toccano sia la dotazione della spesa agricola nel suo complesso sia le dotazioni dei singoli Paesi compresa l’Italia, che subirebbe un taglio di quasi 400 milioni di euro per anno e di 2,8 miliardi di euro nei sette anni e di conseguenza un margine finanziario per l’attuazione delle varie misure sicuramente ridotto.
Per quanto riguarda invece il futuro della PAC in senso stretto si prevede:
1. Una ridistribuzione delle risorse dei pagamenti diretti a favore dei Paesi con un importo medio per ettaro inferiore alla media (“convergenza esterna”) e finanziato da tutti i Paesi;
2. Una limitazione dei pagamenti diretti a favore delle imprese di maggiore dimensione con un tetto massimo agli stessi pagamenti diretti (pagamenti degressivi e capping o plafonamento);
3. Una fondamentale innovazione in termini di programmazione degli interventi che dovrà essere condensato in un solo “piano nazionale strategico della PAC” nell’ambito del quale dovranno essere definiti tutti gli interventi in una logica di interventi “basati sui risultati”;
4. Una maggiore ambizione ambientale della PAC, nella misura in cui gli agricoltori dal 2021 dovrebbero assumere maggiori impegni di natura ambientale, climatica nonché a favore della biodiversità.
Dopo il rinnovo istituzionale di quest’anno che ha interessato il Parlamento europeo e la Commissione europea, in fase di insediamento, si sta per rientrare nel vivo dei due negoziati.
Risorse per la PAC nel periodo 2021-2027
Il negoziato sul Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 influenzerà indubbiamente la riforma della PAC per il “post 2020”. Le risorse allocate alla rubrica agricola infatti potrebbero risultare inferiori a quelle attuali. Infatti, sta emergendo una certa tendenza, guidata dalla Francia, per aumentare le risorse destinate alla rubrica agricola con una possibile riduzione di quelle destinate alle altre rubriche ed in particolare ai Fondi di Coesione che per l’Italia, nella proposta della Commissione, erano previste in aumento. In questo scenario verrebbe anche confermata la “convergenza esterna” che in pratica determinerebbe uno spostamento di risorse a favore dei Paesi che hanno un pagamento medio per ettaro inferiore alla media comunitaria. Con una differenza sostanziale rispetto alle proposte della Commissione: in pratica potrebbe essere possibile un peggioramento della posizione relativa dell’Italia; questo perché si passerebbe da una convergenza esterna finanziata da un contributo di tutti i Paesi ad una contribuzione a carico solo dei Paesi con pagamento medio per ettaro superiore alla media, tra cui l’Italia.
In sostanza, si sta rischiando che il negoziato si sposti verso un aumento della rubrica agricola in termini assoluti ma con:
una riduzione delle assegnazioni dei pagamenti diretti per l’agricoltura italiana che contribuirebbe di più alla “convergenza esterna”;
un taglio ai fondi di coesione assegnati all’Italia che pur erano previsti in aumento dalla proposta della Commissione.
Appare evidente che in questo scenario la posizione dell’Italia dovrebbe essere orientata a:
- evitare che l’aumento delle risorse agricole si sposi ad una modifica del meccanismo di contribuzione della convergenza esterna che penalizzi il nostro Paese;
- prevedere che una parte delle maggiori risorse a valere dei fondi di coesione possa essere utilizzato per compensare il forte taglio previsto per lo sviluppo rurale.
Per quanto riguarda la tempistica di approvazione del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-27, complice le difficili evoluzioni della Brexit, sembra ormai difficile che si raggiunga un’intesa ancorché di massima entro l’anno come originariamente ipotizzato. Piuttosto è verosimile una intesa entro i primissimi mesi del 2020. Oltre che sulla questione delle risorse finanziarie, il dibattito si sta incentrando sulla tempistica di approvazione dei tre regolamenti di riforma della PAC (regolamento sui piani strategici; regolamento “finanziario” e regolamento “OCM”).
La proposta della Commissione prevede che la nuova normativa si applichi a partire dal primo gennaio 2021; è però ormai evidente che i ritardi accumulati non consentiranno di rispettare tale scadenza ed il tutto potrebbe differito di un anno, cioè a partire dal primo gennaio 2022. Da qui a tutto il 2021 sarebbe così possibile approvare i tre regolamenti di base: approvare i relativi regolamenti “delegati” e “di esecuzione”; definire da parte degli Stati membri i Piani Strategici Nazionali e farli approvare dalla Commissione europea. Se questa tempistica venisse rispettata il 2021 costituirebbe di fatto un anno supplementare della attuale programmazione in cui rimarrebbero valide le attuali regole della PAC mentre dal 2022 si avvierebbe la nuova fase di programmazione.
I punti chiave del negoziato che porterà alla riforma della PAC per il “post 2020” saranno:
- Pagamenti diretti: titoli disaccoppiati o pagamenti per ettaro;
- Pagamenti diretti obbligatori e non. Limiti di applicazione;
- Misure ambientali: vincoli ed incentivi;
- Degressività e capping;
- Incentivi settoriali (OCM);
- Programmazione e New Delivery Model (“piano strategico nazionale”).
Questi temi, fondamentali per il futuro della nostra agricoltura, saranno approfonditi nelle prossime nostre comunicazioni e saranno oggetto di una serie di incontri che la nostra Unione ha in programma di realizzare sul territorio per informare in modo compiuto i propri associati.
Rural Women and Girls Building Climate Resilience
Giornata internazionale delle donne rurali
Il 15 ottobre si è celebrata in tutto il mondo, come ogni anno, la Giornata Internazionale delle donne rurali, voluta dall’Onu con apposita Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale nel 2007 e la cui data ricade, per volontà delle Nazioni unite stesse, nella settimana della Giornata mondiale dell’alimentazione nonché della Giornata internazionale per lo sradicamento della povertà – a cui vengono dedicate, rispettivamente, il 16 e 17 ottobre di ogni anno. La scelta di programmare le giornate così vicine non è frutto del caso: le tre iniziative fanno parte dello stesso percorso che vuole promuovere una produzione agricola sostenibile come azione di lotta alla povertà, garantendo al tempo stesso la sicurezza alimentare, attraverso l’opera delle donne impegnate in agricoltura e fanno parte dei programmi che realizzano gli obiettivi di priorità strategica mondiale contenuti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Il ruolo delle donne nel contesto rurale è riconosciuto di primaria importanza non solo a partire dai numeri che rappresentano il loro impegno attivo. Nei paesi in via di sviluppo le donne rurali rappresentano circa il 43% della forza lavoro e producono la maggior parte del cibo disponibile. Qui è necessario garantire loro maggiori diritti ed equità di genere, condizioni di vita migliori ed azioni contro l’emarginazione e la violenza di genere.
In Italia, l’impegno delle donne in agricoltura è rappresentato dal 30% circa di donne conduttrici di aziende, dato importante ma che non misura le lavoratrici del settore in ruoli non apicali, garantendo quindi percentuali ben più alte. La comunità internazionale non vuole riconoscere solo l’impegno profuso in termini di numeri, ma vuole stimolare e sostenere tutte quelle iniziative che possono aiutare le donne ad agire in termini di enpowerment femminile. Spesso in giornate come queste si sottolineano, giustamente, gli aspetti di lotta alla diseguaglianza, alla violenza e la discriminazione, ponendo l’accento sulla necessità di creare condizioni di vita migliori per le donne. Questi aspetti sono senz’altro importanti e di assoluta rilevanza, ma certamente non esaustivi del significato che questa iniziative assumono.
Quest’anno il tema della Giornata ha titolo: Rural Women and Girls Building Climate Resilience. Le donne rurali che si impegnano per costruire la resilienza climatica. Le donne, quindi come parti attive di un cambiamento.
La figura della donna rurale, come già accennato, si declina attraverso differenti ruoli: lavoratrici e coltivatrici nelle aziende agricole ma anche donne d’affari e leader nelle comunità.
L’obiettivo di giornate dedicate è quello di stimolare meccanismi di agency, cioè di protagonismo delle donne nel processo di cambiamento, nell’esercizio di una cittadinanza piena ed attiva con implicazioni di emancipazione, trasformazione della società e realizzazione dei diritti umani in senso assoluto, quindi non strettamente circoscritto alle politiche di genere. Le iniziative legate alla parità di genere dimenticano nella gran parte dei casi il triplice ruolo delle donne: produttivo, riproduttivo e sociale, che le vede impegnate contemporaneamente nelle tre attività che si permeano costantemente. Una donna impegnata nel proprio lavoro, durante lo svolgimento giornaliero, si porta dietro il ruolo che essa ricopre all’interno della propria famiglia, che non dimentica neanche nei processi produttivi della propria attività imprenditoriale, tenendo in grande considerazione aspetti che non sono solo quelli strettamente legati alla produzione di beni, ma anche a come questi beni vengono prodotti, a quanto siano salubri e sicuri, all’impatto nei confronti dell’ambiente e del cambiamento climatico dei procedimenti di produzione.
Saper riconoscere l’importanza di questo molteplice ruolo ed il suo apporto a valenza economica, sociale e ambientale significa anche accettare di cambiare l’impostazione delle politiche pubbliche, nazionali e internazionali di genere, al fine di focalizzate il rafforzamento del protagonismo attivo delle donne, del tutto antitetico con il modo di affrontare le tematiche di genere che si è visto finora, incentrato sulla concessione quasi paternalistica di risultati alle donne, che si sono viste inserite in posti di rilievo per garantire il rispetto di quote assegnate. Ciò non ha soltanto creato, nelle prescelte, una sensazione di vuoto da colmare nel ricoprire la mansione attribuita, dovendo dimostrare le capacità moltiplicando gli sforzi atti a superare i preconcetti, ma ha anche in qualche modo oscurato il ruolo di chi ha ottenuto delle conquiste per meriti personali e non per necessità di riempire posti vacanti.
Le donne dovrebbero avere l’effettiva libertà di condurre uno stile di vita corrispondente a quel che vogliono essere o fare, posto che siano nelle condizioni di scegliere con pienezza di capacità di essere la persona che desiderano essere, di fare quel che vogliono. In questo percorso è ovviamente necessario dotarsi di competenze, nuovi strumenti e di metodologie per cogliere queste nuove opportunità e per ridefinire il proprio percorso professionale individuale, organizzativo e di comunità. Di indubbio aiuto è una strategia politica che agevoli l’accesso, la formazione ed il consolidamento professionale delle donne che decidono di dedicarsi all’agricoltura, in particolar modo nei confronti di chi decide di dedicare la propria opera a valorizzare ed esprimere la propria capacità imprenditoriale in questo campo creando meccanismi di facilitazione che aumentino il numero delle imprese femminili, soprattutto per le fasce di età sotto ai 50 anni, che rappresentano, allo stato attuale, una percentuale esigua del nostro mondo imprenditoriale.
Caterina Patrizia Morano
Domanda unica 2019 – Pagamento anticipo PAC
Avviata l'erogazione dell'acconto del 70% dei titoli alle aziende che hanno presentato DPU 2019
PSR - Procedura informatizzata - Proroga termini inserimento documenti
Proroga dei termini per il caricamento dei documenti a corredo della domanda di sostegno della Misura 10 - Intervento 10.01.08 ed della Misura 11 - Inerv. 11.02.01 - Annualità 2019
L'ARCEA, con apposito decreto, ha prorogato i termini di scadenza per il caricamento, sull’apposita area riservata del portale dell’OP ARCEA, dei documenti di cui al paragrafo 1.2 “Documentazione specifica a corredo della domanda di sostegno/pagamento” delle disposizioni procedurali a corredo delle domande di sostegno relative alla Misura 10 - Intervento 10.01.08 “Salvaguardia delle razze animali autoctone minacciate di abbandono e presenti sul territorio regionale” - ed alla Misura 11 - Intervento 11.02.01 “Pagamento per il mantenimento di metodi e pratiche biologiche” - annualità 2019.
La nuova data di scadenza per il caricamento dei suddetti documenti sull’apposita area riservata dell’ OP ARCEA è il 16 settembre 2019.
PSR - APERTURA PROCEDURA INFORMATIZZATA
Si porta a conoscenza dell'apertura della procedura informatizzata per l'inserimento della documentazione specifica relativa alle Misura 11 (INTRODUZIONE AGRICOLTURA BIOLOGICA) e Misura 10 (SALVAGUARDIA DELLE RAZZE ANIMALI AUTOCTONE MINACCIATE DI ABBANDONO E PRESENTI SUL TERRITORIO REGIONALE) nell’ area riservata ai CAA.
Entro il termine perentorio di trenta giorni successivi alla data ultima dei termini per la presentazione delle domande di sostegno, e comunque entro il 9 Agosto 2019, si dovrà accedere all’area riservata CAA del portale dell’OP ARCEA ed effettuare il caricamento, nella sezione dedicata.
La documentazione necessaria per singola misura è la seguente:
Misura 11 – Agricoltura biologica
· Autodichiarazione beneficiario
· Produzione di olive (allegare solo un documento pdf con tutta la documentazione richiesta (n.2 certificati di conformità in almeno due anni di vendita con due fatture di vendita coerenti con i certificati non consecutive ma dal 2014 al 2018)
· Produzione di olio di oliva (n.2 certificati di conformità in almeno due anni di vendita con due fatture di vendita coerenti con i certificati dal 2014 al 2018) OPPURE essere in possesso di n.2 certificati di conformità relativi al proprio olio di oliva biologico per almeno due anni dal 2014 al 2018.
· Tutti gli altri gruppi colturali ammessi al sostegno (Agrumi, Cedro, Drupacee, Actinidia ecc.. ) n.2 Certificati di conformità con due fatture di commercializzazione, coerenti con il certificato, nell' annualità 2017 e 2018.
Il certificato di conformità naturalmente resta inteso come certificato di prodotto, ossia l'azienda risulta essere licenziataria, autorizzata alla commercializzazione del prodotto Biologico.
MISURA 10.01.08 - Pagamenti Agro – Climatici – Ambientali - Salvaguardia delle razze animali autoctone minacciate di abbandono e presenti sul territorio regionale.
· Autodichiarazione beneficiario (Allegare solo un documento PDF con dimensione inferiore a 10 MB)
· Certificato ARA ( Numero di capi da certificato ARA )
Superato il suddetto termine, la sezione cesserà di essere attiva e non sarà più possibile caricare i documenti.
Il mancato o l’incompleto caricamento dei documenti determinerà la mancata attribuzione del punteggio riferito al criterio della commercializzazione e la conseguente esclusione dal pagamento della misura.
Più in particolare, in caso di più gruppi colturali richiesti in domanda di sostegno, il punteggio non sarà assegnato in caso di assenza o mancata dimostrazione del criterio relativamente anche ad un solo gruppo colturale.
Il punteggio non sarà attribuito anche nel caso in cui i certificati di conformità presenti su S.I.B. non risultassero coerenti con le fatture.
Si invitano pertanto tutti gli interessati a contattare gli operatori del CAA al fine di poter inserire la documentazione sopra indicata entro i termini previsti.
Uffici CAA CONFAGRICOLTURA
Reggio Calabria – Via Cardinale Tripepi, 7 – Tel. 0965-894230
Gioia Tauro – Via Nazionale 111, n. 423 – Tel. 0966-505331
Orario al pubblico: da lunedì a venerdì ore 8.15 – 13.00
Servizio Legale
Ricorsi ai Consorzi di Bonifica
Confagricoltura di Reggio Calabria, attraverso i propri uffici, mette a disposizione degli associati il proprio ufficio legale per offrire assistenza nell’ambito delle vertenze da proporre avverso le pretese impositive dei Consorzi di bonifica.
L’ufficio legale, a chi lo richiederà, presterà assistenza in materia di ristrutturazione debiti fiscali, consulenza fiscale ed aziendale, e/o previo appuntamento, nell’ambito qualsivoglia questione giuridica possa interessare gli associati.
I nostri uffici sono a disposizione per ulteriori e più dettagliate informazioni.
Confagricoltura Reggio Calabria – Via Cardinale Tripepi, 7 – Tel.0965-894230